Casoli, con ‘Parenti Serpenti’ apre a Palazzo Tilli la rassegna dedicata ai film girati in Abruzzo

Casoli, con ‘Parenti Serpenti’ apre a Palazzo Tilli la rassegna dedicata ai film girati in Abruzzo

CASOLI – Prende il via con un film del regista Mario Monicelli, la rassegna cinematografica “Un set di nome Abruzzo”, organizzata a Palazzo Tilli di Casoli, l’edificio storico settecentesco di proprietà dell’imprenditrice pescarese Antonella Allegrino. Domani, 17 agosto, alle ore 21.30 sarà proiettato “Parenti Serpenti” (1992), girato a Sulmona e nato da un soggetto di Carmine Amoroso, lancianese che ha firmato anche la sceneggiatura con Suso Cecchi D’Amico, Piero De Bernardi e lo stesso Monicelli. Il film narra la storia di due anziani coniugi che, in occasione delle festività natalizie, annunciano ai quattro figli di non voler più abitare da soli e di rifiutare l’idea di un ospizio.

Chi li accoglierà in casa riceverà l’abitazione in eredità. L’annuncio scatena violenti litigi, fa emergere segreti, odi e rancori, che si placano solo quando figli e familiari decidono quale sarà il destino dei genitori. Nel cast, lo straordinario Paolo Panelli e, tra gli altri attori, Alessandro Haber e Cinzia Leone.

“Inauguriamo la rassegna con un omaggio al grande Mario Monicelli e al capoluogo peligno, città ricca d’arte e di storia, che fu splendida location per il film – spiega Antonella Allegrino – Intervistato nel 2001, il maestro inserì la pellicola tra quelle, girate nella sua carriera, che avrebbe salvato. Le altre sono Guardie e ladri, I compagni, La grande guerra, I soliti ignoti, Speriamo che sia femmina e Temporale Rosy. Si tratta di un film, quindi, a cui era molto legato.

La rassegna proseguirà il 18 agosto con ‘The American’, con con George Clooney, girato a Sulmona e Castel del Monte, e il 19 agosto con ‘L’orizzonte degli eventi’, interpretato da Valerio Mastrandrea e realizzato nel Laboratorio nazionale del Gran Sasso, a Campo Imperatore e a Castel del Monte. Ci auguriamo che il pubblico apprezzi questa prima proposta cinematografica, che immaginiamo seguita da altre edizioni mirate a valorizzare il cinema e il territorio abruzzese”.

La rassegna “Un set di nome Abruzzo” è stata presentata a Palazzo Tilli da Piercesare Stagni, aquilano, storico del cinema, docente di materie filmiche nel Centro Sperimentale di Cinematografia Sede Abruzzo e l’International Film Academy, e autore del volume “Il cinema forte e gentile. I film girati in Abruzzo Le trame, i luoghi, gli aneddoti” (Archè edizioni, 2018). “Parenti Serpenti è uno degli ultimi film graffianti di Monicelli – ha sottolineato lo studioso – In esso il regista racconta uno spaccato della società molto diverso da quelli che aveva documentato nei film dedicati alla commedia all’italiana e dimostra una forte capacità di analisi che passa attraverso la rappresentazione della vita e delle abitudini di una piccola comunità.

La proposta di Amoroso fu di girarlo a Lanciano, ma il regista preferì Sulmona. E così, anche una tradizione natalizia come ‘La Squilla’, presente nella sceneggiatura, fu riadattata alla condizione sulmontina. Nel film c’è anche l’abitudine dello ‘struscio’ lungo il corso principale, con signore ammantate da pellicce che oggi sarebbero improponibili per motivi etici e che esprimono il bisogno di farsi vedere dagli altri, e ci sono scene girate nel bar principale, che ancora oggi è luogo di ritrovo.

Il secondo appuntamento con la rassegna propone ‘The American’, che narra di un assassino di professione che si rifugia in un piccolo paese per nascondersi. La scelta di località dell’Aquilano come set del film fu dovuta a un rapporto epistolare, che ebbi mentre collaboravo con l’Abruzzo Film Commission. La pellicola non ha avuto grande successo in America, dove si aspettavano il solito film d’azione; propone, invece, atmosfere molto intimistiche, forse più adatte al pubblico italiano che a quello americano, che segue le scene mangiando popcorn.

Infine, il 19 agosto, sarà la volta de ‘L’Orizzonte degli eventi’, che racconta la storia di un fisico, impegnato nel Laboratorio del Gran Sasso, che dopo un incidente con l’auto, viene soccorso da un pastore albanese che si prende cura di lui. Molte sequenze particolari, in cui Mastrandrea deve abituarsi alla vita da contadino, furono girate in uno stazzo del Gran Sasso, di proprietà di un amico di mio padre, un paradiso dove si possono raccogliere gli olaci, gli spinaci selvatici. Ricordo che per l’attore furono scene abbastanza complicate, dovendo rappresentare comportamenti che non conosceva. Il film, che è stato una sorta di trampolino di lancio per il regista Daniele Vicari, ha ritmi interessanti e contrappone la freddezza tecnologica a un’umanità, che seppur non tangibile, può riaffiorare”.

Stagni, nel suo intervento, ha anche sottolineato cosa lo ha spinto a scrivere un libro sui film girati in terra abruzzese: “La mia profonda passione per il cinema, unita alla capacità di chiedere e al desiderio di osservare con un entusiasmo che non deve mai mancare. A 14 anni, a L’Aquila, ho incontrato Peter Fonda capitando, per caso, in una foto che stava facendo ad alcuni piccioni che dormivano sotto la scritta del liceo classico. Mi invitò a spostarmi. Rimasi incredulo e imbambolato, mentre nelle mie orecchie sentivo i rumori delle moto di Easy Rider. In quel momento ho capito che quella sarebbe stata la mia strada; una scelta che mi ha portato, in seguito, ad incontri con artisti straordinari e unici come Alberto Sordi ed Ettore Scola. La macchina del cinema è potentissima, genera spazi, sogni e dimensioni: questo è il suo fascino”.

Le proiezioni dei film della rassegna “Un set di nome Abruzzo” saranno precedute, alle 20.30, da un Apericinema a base di stuzzicanti finger food. Per info e prenotazioni (anche di visite guidate): https://www.facebook.com/palazzotilli/ o chiamare il numero 342.5501354.

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Autore dell'articolo: Redazione