Anteprima Indierocket Festival, dal Rhode Island arrivano i Downtown Boys 


PESCARA – Appuntamento giovedì 28 febbraio al Qube in via dei Peligni a Pescara per l’anteprima dell’IndieRocket Festival, in programma con la sua sedicesima edizione dal 28 giugno al primo luglio prossimi.

Per avvicinarsi al festival dal Rhode Island (Usa) arrivano i Downtown Boys, per una serata che inoltre ha in programma dj set a partire dalle 22. Ingresso 10 euro (con tessera Arci).

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Si comincia dunque alle 22 con “Revolution Grrrl Style Now” dj set a cura di Rensid & TheAngryBlonde, alle 22,30 Polemica band, alle 23,30 Downtown Boys e a mezzanotte e mezza Fabiana + Clama dj set (noise, alternative 90s, indie, post punk, a cura di Fabiana Di Renzo & Alessandro Clama).

Prima dei Downtown Boys suonano i Polemica. Sono Giulio (basso), Hilary (voce), Vik (batteria), Zilvio (chitarra e synth). Un quartetto “thinkrock” italo-statunitense in rapida ascesa.

“Con il loro nuovo album Breach (2018) – così si presenta la band – Polemica continua ad assalire le ingiustizie sociali e a provocare domande critiche”.

E poi tocca alla band del Rhode Island, in buona parte composta da messicani. Con Victoria Ruiz (voce), Joey La Neve DeFrancesco (chitarra), Mary’s Regalado (basso), Joe DeGeorge (sassofono, tastiere), Joey Doubek (batteria). Pubblicano con la  Sub Pop, etichetta americana di Nirvana, Soundgarden, Mudhoney. L’ultimo album è prodotto da Guy Picciotto dei Fugazi, una delle figure più mitologiche della storia dell’indie-rock (già produttore di Blonde Redhead, The Gossip).

Un live esplosivo, testi profondi e socialmente importanti che tendono ad includere le diversità più che escluderle. Dopo “Full Communism” del 2015, ad agosto 2017 esce su Sub Pop Records-Audioglobe, il primo disco che la band produce per la label di Seattle e terzo album della sua carriera.

“Il quintetto del Rhode Island – così nelle loro note di presentazione – usa una feroce energia per invitare le persone a unirsi contro il razzismo, l’omofobia, il capitalismo, il fascismo e tutte le altre cose che provocano qualsiasi forma di chiusura mentale e sentimentale. Slogan, groove ripetitivi e riff ipnotici creano un messaggio musicale al giorno d’oggi quanto mai necessario”.

Il punto di vista dei Downtown Boys è stato chiaro sin dall’inizio:

“Siamo qua per ridefinire gli schemi e scrivere una nuova storia – commenta la band – Proseguendo il cammino di altre band immerse nel tessuto sociale come i Public Enemy e i Rage Against the Machine”.

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Autore dell'articolo: Redazione